L’ espressione fair value significa letteralmente “valore equo”, ma assume sfumature di significato diverse a seconda degli ambiti di applicazione. Nei bilanci che adottano i principi contabili IAS/IFRS, il fair value si definisce come il valore corrispettivo a cui un’attività può essere scambiata durante una libera transazione tra le parti.
Quali soni i principi contabili internazionali con l’uso del fair value
I principi contabili internazionali che prevedono l’applicazione del fair value in qualità di parametro di valutazione sono:
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IAS 18 (International Accounting Standards) Ricavi;
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IAS 19 Benefici per i dipendenti;
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IAS 39 Strumenti finanziari, rilevazione e valutazione;
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IAS 40 Investimenti immobiliari;
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IAS 41 Agricoltura;
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IFRS 2(International Financial Reporting Standards) Pagamenti basati su azioni.
I modelli di valutazione previsti si suddividono in:
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Modelli basati sul costo storico (cost model): prevede la valutazione di attività e passività di bilancio al cosiddetto costo storico al netto di ammortamenti, svalutazioni e perdite.
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Modelli basati su valori correnti (fair value model): la valutazione delle attività e passività di bilancio sono esposte al fair value della data di riferimento del bilancio.
L’impiego della valutazione basata sul fair value model è obbligatorio per le seguenti voci di bilancio:
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Prodotti derivati;
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Investimenti in equità;
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Altre attività e passività derivate dal trading;
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I prodotti oggetto di fair value hegde;
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I piani pensione a benefici definiti;
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Alcune attività del settore biologico.
La valutazione impostata sul fair value model è invece, facoltativa nei casi seguenti:
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Investimenti immobiliari;
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Impianti e macchinari;
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Immobilizzazioni immobiliari;
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Prestiti, crediti, debiti e altre passività finanziarie.
Le valutazioni basate sul fair value consentono l’iscrizione in bilancio di plusvalenze non ancora realizzate e questo conferisce al reddito maggiore volatilità e incertezza, per questo motivo l’ordinamento italiano – in sede di recepimento della normativa internazionale – per evitare distribuzione e utilizzo di utili non realizzati o incerti, ha emanato il D. lgs. 38/2005 con il quale introduce la “riserva” in caso di plusvalori indisponibili derivanti dall’applicazione del fair value model.
Rischi finanziari e livelli di fair value
Per illustrare i rischi finanziari in merito alle valutazioni sul modello del fair value, è stato emanato il Regolamento (CE) n. 1165 del 27 novembre 2009 della Commissione per la corretta individuazione dei livelli di fari value. Sono stati, così, definiti 3 livelli:
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Livello 1 nel caso in cui la valutazione si effettui su strumenti finanziari quotati in un mercato attivo;
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Livello 2 in caso di misurazioni basate su valutazione che hanno per riferimento parametri osservabili sul mercato diversi dalle quotazioni dello strumento finanziario;
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Livello 3 nel caso di valutazioni del fair value su parametri non osservabili sul mercato.
La corretta individuazione del livello di fair value richiede un’oculata ponderazione da parte delle società che redigono i bilanci. Per i criteri di determinazione del fair value si deve far riferimento ai paragrafi dello IAS 39 AG69 e AG82, dove, tuttavia, si presuppone che l’impresa si trovi in regime di normale esercizio delle proprie attività senza problemi di liquidazione o condizioni sfavorevoli
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