Xiaomi arriva in Europa (e in Italia) e i grandi nomi del mercato tecnologico iniziano a tremare. In pochi anni, infatti, l'azienda cinese ha raggiunto il quarto posto tra i produttori di telefoni a livello mondiale e, a giudicare dall'incremento del suo fatturato, il dato è destinato a crescere.
Solo nel 2017, infatti, Xiomi ha venduto 92 milioni di smartphone con un guadagno di circa 16 miliardi di dollari. Non a caso il fondatore, Lei Jun, è stato già paragonato a Steve Jobs per la sua capacità di conquistare il mondo con il suo prodotto.
Dopo aver ottenuto un impareggiabile successo in India, Xiaomi si appresta ad aprire nuovi punti vendita in Europa. La novità è importantissima, perché fino a oggi, nel vecchio continente l'unico canale di vendita aperto agli acquirenti era l'e-commerce. Come testimoniano siti come https://xiaomirecensioni.com/ l’acquisto avviene normalmente online. Ora, invece, si inizia a parlare di negozi fisici, quasi come se il colosso cinese volesse sancire una conquista fisica, oltre che economica dell'Europa.
Sono diverse le caratteristiche che rendono gli smartphone Xiaomi così appetibili sul mercato. La prima, sicuramente, è l'ottimo rapporto qualità-prezzo. A parità di specifiche tecniche, gli smartphone cinesi hanno costi molto più competitivi rispetto ai prodotti analoghi europei e americani.
Questo sembrerebbe essere possibile perché pare che Lei Jun sia convinto che i margini di profitto sull'hardware debbano mantenersi sempre al di sotto del 5%. Il fondatore di Xiaomi ha anche aggiunto che, se questi dovessero diventare maggiori della percentuale stabilita, sarebbe disposto a restituire la differenza agli utenti.
Il principio, a quanto pare vincente, non è una prerogativa di Xiaomi. C'è da dire, infatti, che anche altre aziende, una fra tutte Amazon, offrono servizi proiettati più sul risparmio che sull'incremento degli utili, con l'obiettivo di fidelizzare una più ampia quantità di clienti soddisfatti.
La storia di Xiaomi ricorda molto quella di Huawei che, allo stesso modo, dopo aver varcato le porte dell'Europa, ha cominciato a sbaragliare la concorrenza, vendendo una quantità sempre maggiore di smartphone economici ma performanti.
Il risultato ottenuto dalle due aziende cinesi va interpretata comunque come una tendenza sintomatica degli acquirenti del vecchio continente: tutti vogliono risparmiare mantenendo contemporaneamente elevato il livello qualitativo del prodotto e, soprattutto, mettendo da parte i pregiudizi che da tanto tempo bloccano potenziali acquirenti di fronte all'etichetta "Made in China".
Un altro punto di forza di Xiaomi è l'ampia gamma di prodotti che produce, al di là degli smartphone. Sono firmati da Lei Jun anche televisori, smartwatch, scooter elettrici e persino depuratori d'aria. L'intento è sicuramente quello di creare una serie di articoli caratterizzati da un elevato livello di tecnologia, facilmente controllabili in remoto, con un semplice clic sull'app del proprio smartphone.
Riprendendo un po' la filosofia di Apple, che mette facilmente in comunicazione tra di loro tutti i prodotti marchiati con la celebre mela, Xiaomi punterebbe a fidelizzare il cliente per gli acquisti futuri. In altri termini, chi ha acquistato uno smartphone, dovrebbe essere stimolato ad acquistare anche altri prodotti della stessa azienda, sfruttando la vantaggiosa possibilità di metterli tutti a sistema con qualche semplice clic.
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