In diversi contesti pubblici si possono incontrare simultaneamente due tipi di impianti destinati al trasporto verticale delle persone: gli ascensori da una parte, e le scale mobili dall’altra.
Ognuno può avere le sue preferenze personali nei confronti dell’uno o dell’altro impianto, ma a livello gestionale qual è il sistema di trasporto più efficiente per fare in modo che le persone possano arrivare comodamente dal punto A al punto B nel più breve tempo possibile?
La risposta è “dipende” e varia in funzione non solo del preciso contesto di utilizzo, ma anche dei flussi di passeggeri presenti in loco. Iniziamo dai pro e dai contro degli ascensori tradizionali: questi impianti sono apprezzati per i notevoli dislivelli verticali che riescono a superare (anche dell’ordine di grandezza delle decine di piani), ma presentano lo svantaggio di funzionare in modo discontinuo.
Ciò significa che, inevitabilmente, un ascensore farà dei viaggi a vuoto e costringerà delle persone ad aspettare il proprio turno per potervi salire a bordo, con spreco di tempo e di energia. Ciò invece non accade con le efficienti scale mobili, che presentano l’indubbio vantaggio di funzionare a ciclo continuo e di trasportare le persone senza alcun tempo morto; ecco che dunque questi impianti si candidano come sistemi di movimentazione numero uno quando i flussi di utenti sono continui e di notevole entità. Ciò avviene, ad esempio, in luoghi affollati come stazioni della metropolitana e aeroporti.
Quanto alle questioni del risparmio energetico, si ricorda che esistono scale mobili dotate di sistemi di arresto automatici che si azionano quando non c’è nessuno a bordo. Tuttavia le scale mobili presentano lo svantaggio di non poter competere con gli ascensori in termini di dislivello massimo superabile, dal momento che la maggior parte dei modelli arriva a circa una decina di metri massimi di scarto verticale.
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