La pandemia ha costretto le aziende a ripensare il modo di rapportarsi con la propria forza lavoro
Non c'è dubbio che lo scoppio della pandemia ha modificato radicalmente le nostre abitudini. Vale in tutti gli aspetti della nostra quotidianità, incluso quello lavorativo. La tipica manifestazione di tutto ciò è quel modo ormai sempre più diffuso di lavorare, ossia lo smart working. Una necessità durante il periodo del lockodown, che però diventerà una modalità di occupazione abituale per molti settori.
Il futuro è nello smart working
Per capire la portata di questa rivoluzione, basta guardare agli Stati Uniti. A fine marzo, la maggior parte delle aziende a stelle e strisce ha dovuto abbracciare il cambiamento, cominciando a lavorare da remoto. Il tutto nel giro di poche ore e senza che vi fosse stata una accurata pianificazione. Allo sbaraglio o quasi, insomma. Ma quanto detto negli USA vale esattamente anche per l'Europa.
In questo contesto, sono diventati importantissimi i diversi strumenti software che consentono il lavoro a distanza.
In breve tempo è così cresciuta la domanda di strumenti per sia per lo smart che per il remote working (composto cioè da una parte di lavoratori in remoto e una in ufficio). Inevitabilmente tutto ciò ha avuto effetti anche sulle prospettive di molte aziende quotate in borsa, appartenenti al settore tecnologico. Proprio questo segmento ha fatto da traino alla ripresa.
Spinta per le azienda di software
Anche nel lungo termine, la domanda di strumenti software per videoconferenze, firma elettronica e chat rimarrà sostenuta e crescente. Infatti tali tool sono indispensabili adesso e lo rimarranno in futuro. Infatti gli indicatori lagging prevedono che entro la fine del 2021, la quota di soggetti che lavoreranno in queste modalità, dovrebbe crescere del 33% rispetto ai livelli pre-Covid. Anche se dovessimo uscire completamente vincitori dalla pandemia, una bella fetta di questi cambiamenti si cristallizzerà.
Le aziende quindi ripenseranno le loro strategie IT, per diventare sempre più digitali. Ciò spingerà il mercato del software cosiddetto collaboration & communication verso i 100 miliardi di dollari nei prossimi anni.
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