Città che vai, specialità culinaria che trovi: Parma, a tal proposito, non è da meno. Tra torta fritta, prosciutto crudo, tortelli di erbette e anolini c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Ma c’è un prodotto in particolare che rappresenta al 100% la parmigianità: sto parlando del cavallo pesto (o pesto di cavallo).
La storia
A Parma il consumo della polpa equina è stato normato a partire dal 1873, sebbene la prima macelleria dedicata sia stata aperta soltanto otto anni dopo, nel 1881, memori forse di quanto accaduto a Torino (nel 1865, infatti, l’apertura di un’attività analoga causò un’insurrezione popolare). Oggi come ieri, cibarsi della carne di cavallo non è ancora socialmente accettato da tutti: in Germania e nei paesi dell’Europa dell’Est l’ippofagia è consuetudine, in alcuni Stati (come Inghilterra e USA) è tuttora tabù e le associazioni animaliste sono sempre sul piede di guerra.
I benefici nutrizionali della carne di cavallo
Il cavallo pesto viene consumato tendenzialmente crudo, condito con sale, pepe, olio e, in certi casi, limone. Può essere anche cotto, qualora si tratti di bistecche o straccetti. In qualsiasi modo venga preparata, comunque, la carne di cavallo è un ottimo alimento dal punto di vista nutrizionale: pochi grassi, nessuna traccia di colesterolo, facilmente digeribile e ricca di ferro e di proteine, essa è particolarmente indicata per la dieta degli sportivi e per la crescita dei bambini.
Dove si può trovare?
Nella città ducale il pesto di cavallo è una tradizione, alla pari del prosciutto crudo e della torta fritta. Svariati sono i locali in cui viene servito, dalle paninoteche ai ristoranti passando per le trattorie e le osterie: ce n’è davvero per tutti i gusti! Tuttavia, per assaggiare un cavallo pesto genuino e autentico, la scelta migliore rimane quella di recarsi in una macelleria equina tra le numerose presenti sul territorio parmigiano.
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